ANEMIA NELLO SPORTIVO
ESISTE DAVVERO?
QUANTO INCIDE SIULLE PRESTAZIONI ?
SI PUO’ PREVENIRE CON LA CORRETTA ALIMENTAZIONE ?
SI PUO’ CURARE ?
Senso di spossatezza, stanchezza inconsueta non giustificabile dai livelli di allenamento, calo delle prestazioni fisiche, velocità di corsa più bassa a parità di sforzo, tempi di recupero assai più lunghi (in particolare tra le ripetute, così come fra una seduta d’allenamento e la successiva), dolori muscolari, affanno anche per sforzi minimi, insonnia, cefalea, palpitazioni, irritabilità, pallore.
Se ci troviamo di fronte ad uno o più di questi sintomi, potrebbe essere utile sottoporsi ad un esame del sangue (emocromo, sideremia, ferritina, transferrina in primis) per escludere la presenza di una anemia o di un deficit di ferro. Sono ormai numerose le evidenze scientifiche che sottolineano come una corretta l’omeostasi del ferro nel nostro organismo contribuisca al corretto funzionamento del tessuto muscolare scheletrico (1) e come bassi depositi di ferro tissutali possano compromettere le performances sportive, soprattutto negli sport di resistenza, anche in assenza di anemia franca (2) .
L’organismo umano contiene dai 3 ai 5 gr di Ferro, ma questa piccola quantità assolve a funzioni importantissime infatti circa l’80% è presente in forma di composti funzionalmente attivi:
- all’interno dell’emoglobina nei globuli rossi del sangue permettendo il trasporto dell’ossigeno a tutte le cellule delll’organismo;
- nella mioglobina, una molecola simile all’emoglobina che facilita il trasporto dell’ ossigeno nelle cellule muscolari ;
- nei citocromi, particelle che facilitano il trasporto di energia all’interno della cellula e con attività di detossificazione anche nei confronti dei farmaci;
Il restante 20 % si trova sotto forma di emosiderina e ferritina, immagazzinato nel fegato, nella milza, nei muscoli e nelle ossa, costituendo la riserva marziale nei periodi nei quali l’assunzione del minerale è scarsa o le perdite sono più elevate.
Chi corre d’abitudine, infatti, presenta molti fattori di rischio che favoriscono lo sviluppo di deficit di ferro e della così detta “Anemia da Sport” come l’aumento delle perdite di ferro attraverso il sudore, le urine e le feci, le aumentate richieste da parte dell’organismo sottoposto a sforzi fisici, l’emolisi dei globuli rossi a livello dei capillari del piede che impatta sul terreno, i microsanguinamenti del tratto gastrointestinale e della vescica nelle corse di lunga distanza, ed ultimo, ma non meno importante, lo scarso apporto alimentare di ferro o un suo insufficiente assorbimento dovuto ad una dieta non bilanciata. Nelle atlete inoltre, ad aggravare la situazione, contribuiscono le perdite ematiche mestruali.
Tutto ciò può determinare dapprima un esaurimento delle scorte di ferro (valori di Ferritina inferiori a 20 mg/l nella donna e a 30 mg/l nell’uomo indicano riserve non adeguate nei muscoli scheletrici, nel fegato, nel midollo osseo e nella milza), fino a causare una anemia vera e propria con ridotti livelli di Emoglobina (inferiori a 12g/l nella donna e a 14 g/l nell’uomo) e conseguente sintomatologia.(3)
Nonostante ciò, ancora troppo spesso ci si trova di fronte a pazienti che, nonostante pratichino attività fisica in maniera costante, sia a livello amatoriale che a livello agonistico, presentano sintomi tipici di un deficit di ferro e, interrogati circa le abitudini alimentari, si scopre che fanno una dieta assolutamente inadeguata circa l’apporto di questo prezioso elemento, proprio loro che più di altri ne hanno bisogno. Questo è ancora più frequente in sportivi che assumono diete di esclusione (vegetariani, vegani etc) autosomministrate e senza un’adeguata consulenza medico-specialistica e che difficilmente, senza supplementazione, riescono a coprire i fabbisogni alimentari di Ferro ( circa 10 mg / die nell’uomo e 15 mg/die nella donna).
Va inoltre ricordato che il ferro viene assorbito a livello intestinale in maniera strettamente dipendente al fabbisogno corporeo e alla composizione della dieta: il ferro bivalente (Fe++) o da sorgenti animali (carne, pesci, salumi, uova) è assorbito dal 10 al 35 %, e dovrebbe costituire i 2/3 del Ferro assunto mentre il ferro trivalente (Fe+++) o di origine vegetale (legumi, frutta secca, cacao, cioccolato fondente, verdura a foglia verde, soia, quinoa, avena, semi di girasole o sesamo) è assorbito solo tra il 2 e il 10%, ma è possibile aumentarne la biodisponibilità utilizzando delle strategie dietetiche. La presenza di Fe++, ad esempio, aumenta l’assorbimento del Fe +++ (quindi via libera ad associazioni alimentari carne e spinaci con succo di limone, pesce con pomodorini, rucola e soia, bresaola e insalata con mandorle e uvetta), oppure assumendo vitamina C, (l’acido ascorbico contenuto in un bicchiere di succo d’arancia triplica l’assorbimento del ferro) aggiungendo sempre succo di limone a carne e pesce o magari bevendo un bel centrifugato di frutta e verdura come aperitivo. Volendo seguire un’alimentazione vegana o vegetariana via libera a muesli con frutta secca, legumi decorticati (per aumentare al massimo l’assorbimento), cereali integrali, soia, tofu, seitan, cacao, crema di nocciole e cacao e tanta frutta ricca di vitamina C. Quindi maggior attenzione all’alimentazione senza pensare che per risolvere il problema basti prendere un supplemento di ferro in compresse: questa scorciatoia oltre ad avere notevoli effetti indesiderati (stipsi, sapore metallico, dolori addominali) non determina benefici clinici né miglioramenti delle performance se non accompagnato ad una modifica sostanziale dello stile alimentare. (4) (5).
REFERENCES:
1.Eur J Heart Fail. 2016 Jan 21.
The influence of iron deficiency on the functioning of skeletal muscles: experimental evidence and clinical implications.
Stugiewicz M1, Tkaczyszyn M2,3, Kasztura M2, Banasiak W3, Ponikowski P3,4, Jankowska EA2,3.
- Clin J Sport Med. 1997 Jan;7(1):46-53.
The clinical value of serum ferritin tests in endurance athletes.
Garza D1, Shrier I, Kohl HW 3rd, Ford P, Brown M, Matheson GO.
- Sports Med. 1998 Oct;26(4):207-16.
Iron supplementation in athletes. Current recommendations.
- Med Rep. 2007 Jul;6(4):258-64.
Iron as an ergogenic aid: ironclad evidence?