L’importanza della Nutrizione in Oncologia:
il cancro si sconfigge anche a tavola!
La nutrizione riveste un ruolo di fondamentale importanza per il sostentamento dell’organismo, che non si limita alla sola necessità biologica. Il cibo incide anche sulla qualità di vita, poiché il pasto rappresenta un momento di appagamento e generalmente è associato alla convivialità (come il pranzo in famiglia o con gli amici). Nel malato oncologico, però, tutto questo può venire a mancare in quanto l’assunzione di cibo per varie ragioni può diventare problematica.
Si possono così determinare, a seconda della fase di malattia, deficit di nutrienti essenziali che insieme portano ad un quadro generale di squilibrio o meglio di malnutrizione. Una condizione, questa, che, a sua volta, è “una malattia nella malattia” e può vanificare gli effetti della terapia nelle varie fasi del percorso clinico.
La malnutrizione in oncologia è un problema particolarmente serio ed è presente alla prima visita nel 52% dei pazienti in particolar modo nei pazienti con diagnosi di tumore allo stomaco, pancreas, esofago, testa/collo, polmone e colon retto. Tuttavia spesso non viene riconosciuta per tempo e, dunque, non viene nemmeno affrontata con le dovute attenzioni, né tantomeno prevenuta.
Superare un tumore oggi è possibile grazie a terapie e cure mediche sempre più efficaci, ma anche grazie a corretti apporti nutrizionali.
Va precisato che la malnutrizione non si traduce necessariamente nella perdita di peso, ma potrebbe riguardare anche un individuo obeso e, deriva in parte dal tumore, in parte dalle cure. Va inoltre precisato che i trattamenti (chemioterapia e radioterapia) non colpiscono soltanto le cellule tumorali, ma anche quelle sane, come dimostrano per esempio la caduta dei capelli e la perdita dell’appetito. Uno stato nutrizionale adeguato consente perciò di affrontare il tumore nelle migliori condizioni e con i migliori risultati.
Anche per le persone a cui è stato diagnosticato un cancro, un’alimentazione adeguata aiuta ad affrontare i malesseri provocati dalla malattia o gli effetti collaterali delle cure.
La selezione degli alimenti, insieme alla loro distribuzione nel corso della giornata, influisce sul modo in cui il paziente può:
- affrontare la malattia;
- fronteggiare gli effetti collaterali delle cure;
- contrastare la crescita o la ricomparsa del tumore.
Molte forme di cancro si associano a una perdita di peso, che può anche essere importante: si calcola che fino al 40 % dei pazienti oncologici sia già dimagrito al momento della diagnosi o abbia problemi di nutrizione. Questo fenomeno, che non riguarda solo i tumori dell’apparato digerente, è determinato da vari fattori tra cui:
- La produzione di sostanze chimiche a opera delle cellule tumorali (citochine, interleukine, fattori di necrosi tumorale), sono responsabili di una alterazione dello stato metabolico noto come ipercatabolismo che porta a un consumo più rapido di proteine e grassi, determinando una riduzione del peso a parità di apporto calorico;
- Nauseae vomito, stipsi , diarrea e perdita di appetito sono gli sgradevoli effetti collaterali provocati dalla chemioterapia, dalla radioterapia ma anche dai più recenti farmaci a bersaglio molecolare e possono indurre un calo di peso. La nausea, in particolare, interessa quasi il 70 %dei pazienti sottoposti a chemioterapia e rimane uno dei problemi più difficili da gestire.
- Il cattivo assorbimento(malassorbimento) delle sostanze nutritive, specie in conseguenza di interventi chirurgici di rimozione di tratti gastroeneterici;
Le difficoltà di masticazione o di deglutizione o di percezione dei sapori dovute alla sede del tumore (bocca, gola o altre parti del volto) o alla terapia. L’alterazione del gusto in particolare, denominata “disgeusia”, è collegata all’effetto della chemioterapia sulle cellule sane, incluse quelle dell’apparato digerente e quelle coinvolte nella percezione dei sapori, è presente nell’ 80% dei casi e si può esprimere con avversione per alcuni cibi (per esempio la “sarcofobia”, ovvero l’avversione alla carne) o cambiamenti nella percezione sensoriale (caldo e freddo
- percepiti in modo differente, oppure scompare il gusto dei cibi: alcuni pazienti dicono che “ il cibo ha perso sapore, sembra di mangiare cartone”) o sensazione di cattivo sapore in bocca (per esempio, percezione di gusti metallici) o modificazione delle preferenze dei cibi e dei sapori percepiti (es. acido, amaro, salato) che alterano ulteriormente il senso del gusto.
- La riduzione dell’appetito: una persona malata può essere molto debole, soffrire di depressione, avere dolori vari non ben controllati, avere nausea o vomito o difficoltà nella respirazione, tutte situazioni che tolgono la voglia di mangiare.
Occorre tuttavia fare il possibile per seguire una dieta bilanciata al fine di:
- contrastare la perdita di peso e preservare la massa muscolare;
- affrontare meglio le terapie e ottimizzare l’effetto dei farmaci (ridurre la tossicità e consentire al paziente di reagire meglio ai cicli di chemioterapia, oltre che di portarli a termine);
- aumentare la qualità di vita e la sopravvivenza;
- recuperare le forze ridurre il senso di affaticamento, spesso associato alla difficoltà di alimentarsi;
- combattere le infezioni e far funzionare al meglio il sistema immunitario;
- agire favorevolmente sull’immagine corporea e sull’autostima del paziente;
D’altra parte per molti pazienti oncologici solo l’idea di mangiare può essere fonte di stress e ansia, mentre per i loro cari la difficoltà a nutrirli può essere molto frustrante. Chi sta vicino a un malato di cancro può aiutarlo in molti modi, ma non dovrebbe costringerlo a mangiare contro voglia, né risentirsi se i suoi sforzi non ottengono i risultati sperati, né tantomeno colpevolizzare il paziente se non mangia adeguatamente.
Per contrastare o riequilibrare la perdita di peso e la massa muscolare non basta “mangiare bene”. È importante soddisfare tutte le necessità nutrizionali dell’organismo, prestando attenzione non soltanto alla quantità, ma soprattutto alla qualità e alla completezza della dieta. Parlarne con il Medico di Medicina Generale è un passo fondamentale per poter poi accedere a cure specialistiche che dovrebbero prevedere il supporto di un Team Nutrizionale Multidisciplinare che comprenda il Medico Dietologo, il Dietista, l’Infermiere, la Logopedista ed eventualmente lo Psicologo. Queste figure professionali, collaborando con l’oncologo, potranno essere di grande aiuto per scegliere i cibi più adatti e la modalità più corretta per proporli. Allo stesso tempo, qualora gli apporti nutrizionali fossero insufficienti a soddisfare i fabbisogni nutrizionali, gli specialisti dovrebbero attivare prontamente un supporto nutrizionale di tipo artificiale, ricorrendo a supplementi nutrizionali orali (alimenti a fini medici speciali (AFMS) ad elevata densità calorico-proteica), a tecniche di nutrizione artificiale sia per via enterale (attraverso sondini naso gastrico o gastrostomie) che per via parenterale (per via venosa).
Qui di seguito riporto alcuni consigli pratici per i pazienti oncologico e per le loro famiglie, tratti da un manuale pubblicato dall’ American Cancer Society, per contrastare alcuni degli effetti collaterali delle terapie più comuni.
Nausea e vomito
Spuntino: ecco la parola d’ordine per continuare a nutrirsi anche quando nausea e vomito non danno tregua. La soluzione migliore può essere mangiare poco e spesso, spezzando i tre pasti principali in sei-otto snack al giorno.
Meglio dimenticare i piatti troppo elaborati o pesanti. È più utile:
- mettere sotto i denti cibi secchi, come pane e cereali integrali;
- evitare i cibi con sapori e odori troppo forti;
- mangiare cibi freschi invece di cibi caldi o piccanti o fritti;
- assumere solo piccoli sorsi di liquidi durante i pasti per evitare di sentirsi pieni;
- bere la maggior parte dei liquidi tra i pasti preferendo acqua e tisane tiepide (specialmente a base di zenzero);
- preferire cibi facili da deglutire e con molte calorie concentrate in poco volume, eventualmente accompagnati da integratori in bevanda;
- mangiare a una tavola ben apparecchiata, ascoltando la musica preferita o insieme a qualcun altro.
Perdita di appetito
- È fondamentale mantenersi fisicamente attivi il più possibile. Aiuta iniziare lentamente e aumentare l’attività nel corso del tempo. A volte una breve passeggiata (anche solo di 10 minuti) un’ora prima dei pasti può aiutare a farsi tornare un po’ d’appetito.
Stipsi
- Farmaci, scarsa attività fisica e nuove abitudini alimentari possono rendere l’intestino pigro. Per dargli la sveglia si può optare per cibi ricchi di fibre, come cereali integrali, verdura e frutta con la buccia, ma senza esagerare con cibi che favoriscono la formazione di gas, come legumi, broccoli e cipolle, che si possono mangiare a piccole dosi facendone delle creme.
Diarrea
- Oltre alla stitichezza, le cure antitumorali possono indurre anche il problema opposto, ovvero la diarrea, che provoca disidratazione, perdita di peso, debolezza e scarso appetito.
- Anche in questo caso le raccomandazioni sono di bere lontano dai pasti e di mangiare piccoli pasti distribuiti durante la giornata.
- È un po’ più lunga, invece, la lista dei cibi cui bisogna prestare attenzione. È bene sapere che oltre a evitare i cibi grassi, fritti, o speziati, dolci, latte e latticini e le gomme da masticare, può essere utile mangiare alimenti ricchi di potassio e di sodio (come banane e mele) e di fibre solubili (come il riso e i fiocchi d’avena), magari ridotti in crema.
Spossatezza
- Per i malati di cancro, la stanchezza e la mancanza di forze possono condizionare pesantemente la vita di tutti i giorni: quando non basta dormire per ricaricare le pile e le normali attività quotidiane appaiono come ostacoli insormontabili, si parla di fatigue, una vera malattia nella malattia. Per combatterla la scelta più ovvia potrebbe sembrare fare il pieno di dolciumi ricchi di zucchero, ma secondo gli esperti dell’American Cancer Society non è la cosa migliore: questi alimenti possono dare una carica immediata, ma l’effetto degli zuccheri svanisce rapidamente.
- Dopo c’è il rischio di sentirsi ancora più a terra. Da qui il suggerimento di puntare su cibi integrali, legumi, fibre con un po’ di olio extravergine di oliva che aiutano a mantenere livelli di energia più stabili nel tempo. Per fare una merenda veloce e leggera si può mangiare una porzione di frutta essiccata o qualche noce, mandorla o nocciolina che, contenendo magnesio, aiutano a combattere la fatigue.
- Inoltre il tè è preferibile al caffè, perché la teina è a lento rilascio (a differenza della caffeina) e svolge un’azione che si prolunga di più nel tempo.
Fastidi in bocca
- Alcuni tipi di chemioterapia e la radioterapia localizzata su testa e collo possono ridurre il flusso di saliva e causare una fastidiosa secchezza della bocca, rendendo difficile la masticazione e la deglutizione. Per avere un po’ di sollievo può essere utile bere spesso piccole quantità di liquidi, ma anche succhiare cubetti di ghiaccio e ghiaccioli alla frutta.
- Un altro utile suggerimento può essere di evitare cibi che richiedono una masticazione faticosa, come quelli più asciutti e che tendono a impastare la bocca (crackers, grissini e affini). Se il disturbo è accompagnato anche da piccole ulcere della mucosa orale, allora è meglio evitare tutto ciò che è troppo salato, speziato o caldo, così come i cibi secchi e duri (tra cui anche il pane integrale al quale preferire un pane di semola di grano duro), l’alcol o il caffè e preferire delle creme di cereali integrali o di legumi.
- Le cure possono provocare un sapore cattivo in bocca, amaro o metallico: sorseggiare dell’acqua con qualche goccia di limone può contribuire a eliminare questa sensazione.
Vampate
- Le terapie ormonali, come quelle usate per la cura e la prevenzione dei tumori al seno, possono indurre vampate di calore simili a quelle che compaiono in menopausa e che sono più forti se il tumore è insorto prima della menopausa. Molte donne riferiscono che il disturbo è scatenato da tè, caffè o altre bevande contenenti caffeina, dall’alcol, dai cibi speziati, oltre che dal fumo e dalle emozioni. Se le vampate sono insopportabili, il medico potrà suggerire qualche farmaco che le attenui; non è invece raccomandabile per le donne con tumore della mammella assumere cibi ricchi in estrogeni vegetali.
Differenti cause concorrono alla perdita di peso e di massa muscolare nel paziente oncologico
Link Articolo su Corriere Adriatico > Qui
Dott.ssa CLAUDIA VENTURINI (MD – PhD)
Medico Dietologo
Medico Chirurgo Specialista in Scienza dell’Alimentazione (Nutrizione Clinica)
Dottorato di Ricerca in Obesità e Patologie Correlate
Dirigente Medico presso l’ Unità Operativa Semplice Dipartimentale NUTRIZIONE CLINICA
Centro di Riferimento Regionale per la Nutrizione Artificiale Domiciliare
INRCA – IRCCS Ancona
Email: dietologaclaudiaventurini@gmail.com c.venturini@inrca.it
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