
Descrizione
L’alimentazione è ormai ben nota giocare un ruolo cardine nella modulazione del rischio di insorgenza di neoplasie e nella possibile prevenzione.
Si stima che essa da sola costituisca il 30-35% dei fattori di rischio. Pertanto grandi sforzi sono stati fatti e tutt’ora sono in corso per cercare di mettere in luce la relazione tra elementi di rischio connessi alla dieta e lo sviluppo di neoplasie.
Negli ultimi decenni le modifiche alimentari hanno portato ad un incremento del consumo di carboidrati e zuccheri complessi, favoriti anche dalla grande disponibilità sul mercato di cibi provenienti dalla lavorazione industriale.
Recenti studi scientificici hanno evidenziato che il consumo di alimenti con elevato indice glicemico e l’iperinsulinemia ad esso connessa, determinano un aumento del rischio di insorgenza di carcinoma mammario di circa l’8%, se confrontati con regimi alimentari che prevedono il consumo di sostanze con indice glicemico inferiore .
Analogamente nelle neoplasie del colon retto è emerso che i pazienti che alla diagnosi avevano un valore di insulinemia più elevato, presentavano anche una peggior prognosi rispetto a coloro che avevano valori più bassi.
Per quanto riguarda la classe dei lipidi, con riferimento particolare agli acidi grassi essenziali della famiglia omega 3 ed omega 6 , i dati sono ancora controversi: alcune evidenze emerse da studi sul melanoma in cui il rapporto omega3-omega 6 sembra essere protettivo per il rischio di insorgenza di tale neoplasia, ma anche i benefici dell’olio di pesce nei confronti della riduzione del rischio di insorgenza di carcinoma del colon retto.
Una dieta che prevede un elevato apporto di grassi saturi è correlata a peggior prognosi nel setting delle neoplasie mammarie; contrariamente un maggior apporto di proteine e di fibre è associato ad outcome migliore.
Analogamente, per quanto riguarda il carcinoma della prostata, diversi studi hanno messo in luce che una dieta ricca di grassi, specialmente quelli insaturi è connessa ad un maggior rischio di progressione e quindi ad una riduzione della sopravvivenza.
Nelle ultimi anni tra la popolazione è aumentato notevolmente il consumo di carne rossa e parallelamente il rischio di cancro del colon retto; tale associazione è stata evidenziata anche per i tumori della vescica, del rene e dell’endometrio.
Tuttavia diversi processi influenzano questa relazione, tra cui l’aggiunta di additivi alimentari alla carne, i processi di cottura e più ampiamente le abitudini alimentari.
Tra i meccanismi di azione implicati si annoverano per esempio l’aumentato consumo di grassi in associazione alla carne che determina un aumento dell’insulino resistenza e della produzione di acidi biliari secondari che promuovono la carcinogenesi; la formazione di amine policicliche aromatiche derivanti dai meccanismi di cottura; l’elevato contenuto di ferro eme che determina un aumento della proliferazione delle cellule della mucosa intestinale attraverso il pathway della perossidazione lipidica.
Al di là di questi dati le raccomandazioni per minimizzare la probabilità di insorgenza di carcinoma del colon retto prevedono la riduzione ma non la totale eliminazione dell’introito di carne.
Infatti essa contiene sostanze che sono essenziali per mantenere un buono stato nutrizionale (esempio selenio, zinco. omega 3, vitamine B6 , B12, acidi grassi ed acido folico); è bene quindi associare comunque il consumo moderato di carne a quello di fibre e vegetali senza trascurare l’importanza dell’attività fisica.
Frutta e vegetali rappresentano elementi imprescindibili di un regime nutrizionale sano.Un elevato apporto di questi nutrienti si associa ad una riduzione del rischio di insorgenza di diversi tipi di neoplasie; i dati più consolidati riguardano quelle mammarie e quelle gastrointestinali.
Frutta e vegetali infatti contengono tutta una serie di sostanze tra cui vitamine (E, D, C, A, B12, B6), acido folico, polifenoli, flavonoidi e isoflavoidi, che globalmente possiedono azione antiossidante ed antinfiammatoria, senza dimenticare quella preventiva sullo sviluppo di sovrappeso ed obesità , anch’essi fattori di rischio neoplastico ben noti.
Il resveratrolo contenuto nell’uva rossa ha un’azione di prevenzione nei confronti dell’insorgenza di neoplasie del polmone, della mammella e della prostata, del fegato, melanomi e glioblastomi; l’acido gallico (che si trova nei semi e nei frutti come olive, more lamponi e fragole) contro i gliomi ed il carcinoma gastrico; l’acido clorogenico (prugne, pere e mele) è protettivo nei confronti del carcinoma epatocellulare e dei fibrosarcomi; l’acido caffeico contro carcinoma della prostata e del polmone . I flavonoidi contenuti nei frutti rossi sono protettivi nei confronti dell’insorgenza del carcinoma gastrico; il licopene (presente nel pomodoro e nel the verde) invece lo è nei confronti del tumore della prostata.
Le vitamine E,C, D ed il selenio hanno note proprietà antiossidanti. È stato dimostrato che un elevato consumo di frutta e vegetali previene l’insorgenza di tumori quali quello della cervice e quelli del distretto testa collo .
Gli isoflavoni hanno attività anti estrogenica, anti proliferativa, anti angiogenica e pro apoptotica sulle cellule neoplastiche.
Argomento ancora dibattuto è il beneficio e l’effetto degli isoflavoni contenuti nella soia. Due metanalisi hanno inoltre cercato di chiarire l’effetto del consumo di soia sull’insorgenza di carcinoma mammario. Nella popolazione Asiatica l’elevato introito di isoflavoni contenuti nella soia era associato ad un minor rischio di sviluppo di tale neoplasia, mentre questa relazione non è risultata significativa nelle donne Occidentali.
Da non trascurare è infine l’importanza dell’assunzione di fibre con gli alimenti.
L’effetto protettivo da esse esplicato si estrinseca non solo nelle neoplasie del colon retto ma anche in quelle della mammella. È stata evidenziata una riduzione dell’11% del rischio di carcinoma della mammella tra le donne che assumono quantità maggiori di fibre con la dieta rispetto al gruppo di donne che ne assume valori inferiori. Il dato affascinante è che un aumento del consumo giornaliero di fibre pari a 10g è associato ad una diminuzione del 7% del rischio di insorgenza di carcinoma mammario, indipendentemente da fattori demografici e ormonali quali lo stato menopausale
Sul carcinoma del colon retto i dati non sono ancora del tutto conclusivi. In alcuni casi è stato evidenziato un ruolo protettivo con una riduzione del 25% del rischio di insorgenza di tale neoplasia con un introito di fibre compreso tra i 12 e i 36 g/die. In altri studi questa relazione non è invece ancora stata dimostrata.
Da tutti questi dati si evince che un’alimentazione che quindi prevede un introito bilanciato di tutti i nutrienti gioca un ruolo fondamentale nella prevenzione di sovrappeso ed obesità le quali, com’è noto, rappresentano un fattore di rischio per lo sviluppo di neoplasie.
Numerose evidenze sostengono l’associazione tra sovrappeso ed obesità con aumentata mortalità nei carcinomi del colon-retto, della mammella(soprattutto in post-menopausa), adenocarcinoma esofageo, prostata, endometrio,fegato e pancreas. Il tessuto adiposo, soprattutto quello viscerale ha un effetto diretto sui livelli di ormoni come l’insulina, IGF-1 ed estrogeni, che a loro volta sono implicati nei meccanismi di carcinogenesi e nella riduzione dei processi di apoptosi.
Il grasso viscerale addominale, peraltro principale fonte di sintesi degli estrogeni aumenta l’insulino resistenza, determina quindi iperinsulinemia e conseguentemente il rischio di carcinomi del colon retto e dell’endometrio.
E’ dunque ormai noto che esiste una relazione diretta tra dieta, stile di vita e rischio di insorgenza di neoplasie.
Trattasi di fattori di rischio modificabili su cui dunque poter intervenire attivamente.
Nel caso specifico, una dieta equilibrata che prevede la riduzione dell’apporto di carne (ma non la totale eliminazione ) e di grassi a fronte di un’aumentata introduzione di cereali integrali ,legumi, frutta e vegetali, senza dimenticare i benefici che apporta un’ attività fisica costante, può giocare un ruolo leader nella prevenzione primaria in ambito oncologico.
Articolo approfondimento >> Alimentazione e prevenzione dei tumori