
Descrizione
La malattia celiaca è una patologia multifattoriale legata fondamentalmente a due fattori: uno intrinseco al paziente, rappresentato dalla predisposizione genetica, ed il secondo esogeno o, meglio, ambientale, costituito dalla presenza nella dieta di una proteina o, più precisamente, di un complesso proteico particolare: il GLUTINE, con manifestazioni intestinali ed extraintestinali.
Il glutine è un complesso proteico contenuto in alcuni cereali. E’ composto in parti uguali della miscela di prolammine e gluteline. Le prolammine sono la frazione tossica per il celiaco (gliadina nel frumento, secalina nella segale e ordenina nell’orzo).
Il glutine è una sostanza collosa molto usata nell'industria alimentare moderna perché aiuta a dare elasticità e consistenza al prodotto finale ed inoltre favorisce la lievitazione e la panificazione. Negli anni 1970-80 la malattia celiaca era ritenuta una malattia rara che si osservava nel bambino, pressochè sconosciuta nell’adulto e diffusa soprattutto in Europa.
Negli ultimi 20 anni si è assistito ad un progressivo aumento dell’età di diagnosi, che ha reso tale patologia non più tipica dell’infanzia; l’età media di esordio nell’età adulta è compresa tra i 30 e 40 anni.
Questa tendenza è dovuta in parte al fatto che la malattia si presenta sempre meno frequentemente con sintomatologia tipica da malassorbimento, ma è spesso monosintomatica, con sintomi più atipici.
La MC può essere definita, quindi, come un'intolleranza permanente al glutine ed alle proteine affini in soggetti geneticamente predisposti al quale determina una risposta immunitaria abnorme a livello dell’intestino tenue, cui consegue un’infiammazione cronica con alterazioni morfologiche dei villi intestinali, importanti per l’assorbimento dei nutrienti.
La malattia celiaca sempre meno frequentemente si accompagna ad una sindrome da malassorbimento: accanto alla forma classica (diarrea, steatorrea, calo ponderale) si osserva sempre più:
• una forma subclinica: con sintomi esclusivamente extraintestinali (anemia sideropenica, osteoporosi precoce, aborti ricorrenti)
• una forma silente: in assenza di sintomi ma associata a patologie o gruppi a rischio per malattia celiaca (parenti di 1º grado, diabete mellito insulino-dipendente, tireopatie autoimmuni)
• una forma latente: con lesioni istologiche ma in assenza completa di alcuna sintomatologia (come si verifica in alcuni pazienti diagnosticati durante le campagne di screening di massa)
• una forma potenziale: in assenza di sintomatologia e di lesioni istologiche ma che caratterizza i pazienti che appartengono a categorie a rischio per malattia celiaca (parenti di 1º grado, ecc.) (La malattia celiaca.
A differenza di altre patologie autoimmuni, la celiachia è curabile nella quasi totalità dei casi adottando una alimentazione appropriata, qualora non si siano già instaurate complicanze irreversibili.
I pazienti affetti da MC devono seguire per tutta la vita una dieta priva di glutine, dal momento che l'assunzione continua di glutine può aumentare considerevolmente in questi soggetti il rischio di gravi complicanze sia neoplastiche (linfoma intestinale a cellule T, adenocarcinoma intestinale, carcinoma esofageo a cellule squamose) che non (anemia sideropenica, grave osteoporosi precoce, aborti ricorrenti, ecc...).
Ecco quindi da sottolineare l’efficacia del trattamento nutrizionale per i pazienti celiaci: una dieta senza glutine è l’unica terapia, permanente, esclusiva e risolutiva.
Se seguita avremo un miglioramento dei parametri antropometrici, una normalizzazione del BMI ed un recupero della crescita lineare. Mentre, se al contrario non si segue una dieta gluten free, rischiamo un aumentato rischio di obesità ed un aumento di massa grassa.
Con la dieta senza glutine riusciamo ad ottenere:
✓ una Risoluzione dell’enteropatia;
✓ Conseguenze nutrizionali positive ed
✓ una Prevenzione delle complicanze
• Non celiac gluten sensitivity
La sensibilità al glutine non celiaca, nota anche come NCGS (dall'inglese Non-celiac gluten sensitivity), è un'entità clinica relativamente nuova, ritenuta strettamente correlata ad altre sindromi funzionali gastrointestinali, utilizzata per identificare tutti quei casi in cui un paziente manifesta sintomi caratteristici della malattia celiaca, e trae beneficio da una dieta priva di glutine, nonostante dagli accertamenti medici sia possibile escludere la presenza di celiachia o di allergia al grano.
Pertanto, un soggetto sensibile al glutine manifesta i sintomi tipici della celiachia pur non essendone affetto.
L'allergia al grano è una reazione allergica alle proteine del frumento. Le differenze rispetto alla celiachia risiedono nel tipo di anticorpi coinvolti (oltre che nella gravità dei sintomi associati): mentre nella celiachia sono coinvolti specifici autoanticorpi contro la transglutaminasi tissutale 2 (anti-TG2), nell'allergia al frumento sono coinvolti anticorpi IgE specifici per alcune sue proteine.
La sensibilità al glutine non celiaca è caratterizzata da sintomi intestinali ed extra-intestinali, correlati all'ingestione di alimenti contenenti glutine.
Tali sintomi possono comprendere:
✓ dolore addominale,
✓ gonfiore e abitudine intestinale alterata
✓ sintomi sistemici, come affaticamento, mal di testa, dolore alle ossa o alle articolazioni,
✓ disturbi dell'umore e
✓ manifestazioni cutanee (es. Eczema o eruzione cutanea).
Tutti questi sintomi scompaiono tipicamente con l'eliminazione del glutine dalla dieta, salvo poi ricomparire dopo la sua reintroduzione, solitamente entro ore o pochi giorni.
Attualmente non esistono test scientificamente riconosciuti a livello internazionale specifici per la diagnosi di NCGS.
La diagnosi viene fatta quando il paziente accusa sintomi intestinali ed extraintestinali dopo ingestione di glutine nella dieta che scompaiono alla sospensione e ricompaiono alla reintroduzione del glutine nella dieta. Data la mancanza di biomarcatori la NCGS può essere sospettata dopo esclusione della celiachia e dell’allergia al grano in base alla negatività degli anticorpi anti-transglutaminasi (anti-TG) e anticorpi anti-endomisio (EmA)IgA, le IgE specifiche del grano e/o uno skin prick test per allergia al grano, normale istologia della mucosa duodenale. Gli aplitipi HLA-DQ2 e HLA-DQ8, presenti in quasi il 100% dei celiaci, sono presenti nel 50% dei NCGS.
Il trattamento della Sensibilità al Glutine non Celiaca si basa quindi sull'adozione di una dieta priva di glutine per un determinato periodo.
Si tratta quindi dello stesso intervento riservato in presenza di celiachia, con la differenza che nella NCGS la sospensione di diete glutinate potrebbe essere solo temporanea.
Chiaramente, oltre a questo aspetto, occorre rivalutare, con l'aiuto di un professionista, l'alimentazione nella sua interezza, dalle combinazioni alimentari ad eventuali intolleranze o ipersensibilità.